In questo davanzale ho trovato, ordinatamente sistemata, un’intera lezione di tecnologia delle costruzioni del primo anno di corso per Geometri, oggi C.A.T. (Costruzioni, Ambiente, Territorio).

Capitolo 1: i laterizi. Pignatta, coppi, tegole marsigliesi, mattoni pieni, forati e semipieni di vario genere, mattoni da rivestimento, tavelle sotto tegola e tavelloni, blocchi forati, pianelle, piastrelle, ecc.

Ma c’è di più: una natura morta di elementi diversi posti là, come in attesa d’essere ritratti.

Vasi vuoti di terracotta ed altri che contengono bellissime piantine fiorite che disegnano un perfetto equilibrio di tinte: quelle dei laterizi, così vicine al colore del miele e quelli delle piantine con i verdi, i rossicci e i violacei così vivi.

Come a dire che vi può essere, se sistemato con ordine, un equilibrio ideale tra costruito e natura, specialmente tra sistema costruttivo in muratura e ambiente, nell’abbinamento dei colori come nell’integrazione dei materiali, veicolo ideale d’una buona qualità dell’abitare.

Ecco cosa mi ha suggerito un po’ di mattoni e tegole raccolte chissà da chi e chissà quanti anni fa.

Di certo una persona d’un altro tempo, un risparmiatore direi, con quel concetto antico del riuso anziché buttare via anche i pochi rimasugli di lavorazione “perché, chissà, può sempre servire”.

Sostenibilità, abbinamento di materiali semplici, riuso, riciclo, risparmio di risorse, concetti che sembrano essere il futuro ma sono espressioni di un passato che abbiamo dimenticato ma con il quale è stato fondato il nostro Paese.

Stefano Simoncini